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Perchè usate i Social?




E' ormai chiaro che per la gran parte delle persone, l'uso dei social media, per quanto quotidiano, sia alquanto distante in termini di conoscenza, da molte delle stesse. Sapete tutti fare il log-in, entrare e "rollare", sapete anche pubblicare con tutti i limiti del caso, sapete sbirciare, spiare, scrutare ma non avete ancora imparato ad interagire.

Forse perchè Educazione e capacità di Comunicazione, sono purtroppo carenti anche nella vita reale, forse perchè manca quella minima capacità di contare fino a tre prima di dire o fare qualsivoglia azione ma sono sempre più convinto che la stragrande maggioranza degli utenti dei social media, non abbia la più pallida idea di cosa sta facendo. 

Faccio un esempio. Ci sono migliaia di followers invisibili. Persone che ti seguono, ogni giorno, guardano ogni tuo contenuto, dalla storia improvvisata al post studiato nei minimi particolari. Ci sono sempre, come corvi che osservano da lontano un cadavere in putrefazione o forse, sarebbe meglio dire come sorci che guardano da lontano quel pezzo di formaggio tanto agognato ma che non hanno il coraggio di afferrare. Invisibili dunque perchè non lasciano mai alcuna reazione. Un like, un commento, una parola, un cenno di vita. 

Verrebbe da chiedersi perchè seguire una persona, se poi non si ha interesse di interagire con la stessa o peggio ancora perchè guardare ogni giorno la pagina di qualcuno, se poi neppure ci si sforza di premere "segui"
(sì, ci sono anche quelli che guardano tutto, tutti i giorni ma non ti seguono)

L'Apice della follia del "followers" invisibile o addirittura non followers ma curioso patologico è in quel momento in cui pubblichi un contenuto che non è di suo gradimento. Per mesi, forse anni, hai pubblicato qualcosa che probabilmente ha apprezzato, senza tuttavia scaturire in una umana reazione ma quell'unica volta che proponi un qualsiasi frammento, leggermente non in linea con il suo pensiero ecco che l'invisibile si palesa, arriva come un razzo, un'avvoltoio in cerca di carcasse, pronto a lasciarti quel commento denigratorio che cuoceva nel suo cervello da mesi ma che non aveva ancora avuto l'occasione di liberare e vomitarti addosso. 

La follia umana che forse neppure psicologi e pensatori vari potrebbero decifrare ma che è sempre più presente nel mondo virtuale dei social media. Peccato che di virtuale in realtà non c'è nulla, la cattiveria e l'odio sono aimè reali ed autentici, veri, come parole che per taluni potrebbero anche pesare come macigni. 

Francamente ho le spalle larghe, anni di esperienza e lavoro che mi rendono abbastanza immune dalla cattiveria gratuita dei "followers" invisibili ma purtroppo non tutti la prendono con goliardia come il sottoscritto. 

Ci sono giovani creator o semplici ragazzi che usano i social per diletto che si ritrovano a dover fronteggiare il veleno dei leoni da tastiera, quei maledetti haters da quattro soldi che troppo spesso hanno un potere devastante per chi magari è un po' più fragile o debole e non riesce proprio a fregarsene della malvagità altrui. 

Giovani con la vita rovinata e a volte, anche finita, per colpa di qualche cretino che non perde un secondo per fare un complimento ma perde ore per seminare di merda e odio le pagine web altrui. 

Agli haters rispondiamo con un sorriso e una pacca sulla spalla, del resto possono solo suscitare tenerezza, tanto inutili e piccoli che sono. Di certo, sarebbe bello mandarli a scuola, per imparare a rapportarsi con gli altri sui social ma soprattutto nella vita reale perchè se sei così sfigato da passare il tempo a commentare odio sulle pagine altrui, forse hai bisogno di aiuto, non solo sul web!

Articolo a Cura di Davide Gerbino Correspondent Creator per DG Network